Irma Arcangela
La Scuola Irma Arcangela è situata nel quartiere periferico “Eucalipto” di Teofilo Otoni. E’ una scuola che racchiude classi elementari e di media inferiore, contando più di 800 studenti, divisi su tre turni (mattutino, pomeridiano e serale). I ragazzi e le ragazze che la frequentano abitano in questo quartiere e necessitano di una grande assistenza psicologica, umana e materiale. Il quartiere è altamente a rischio per lo spaccio di droga e per la prostituzione e delinquenza minorile. Si abbarbica su un pendio collinare, franoso, dove le casupole di mattoni crudi e tetti di lamiera o di teli di plastica sono costruite senza fondamenta, pronte a scivolare e causare morti appena la pioggia è più copiosa. Sono le stesse famiglie che, spinte dalla povertà e dalla mancanza di lavoro, costringono i figli a perpetuare le attività illegali, in una catena dura da interrompere. La scuola si è assunta il compito di frenare questa violenza, con un lavoro lungo e di grande pazienza, di ascolto delle necessità, di stimolo al cambiamento, di cura dei casi più bisognosi, di accoglienza anche nei confronti dei più ribelli. Un particolare che sconforta è vedere che sul cancello di entrata c’è una spessa catena chiusa con un lucchetto, che può far sembrare quella scuola un piccolo carcere, ma che invece è messo a difesa degli stessi bambini. La scuola è intitolata ad una suora missionaria, Suor Arcangela delle Suore Luigine di Alba che abitò per alcuni anni in questa favela. Fu una missionaria che seppe farsi amare da tutta la popolazione del quartiere. Una donna coraggiosa e sincera senza paura di attraversare, neppure di notte quelle stradine pericolose, per andare in soccorso di un pianto di un bambino, di una madre che doveva partorire, di un ferito da arma da sparo. Se ne allontanò solo a causa di una grave malattia che la portò a morire in Italia, lontano da quella terra che aveva tanto amato e a cui si era dedicata totalmente, senza risparmio. Ne ebbe in cambio l’amore della gente, di tutta la gente che abita questo quartiere, “dei buoni e dei cattivi” che per lei erano solo persone da amare.