Acampamento Sao Pedro
L’accampamento “São Pedro” si trova a pochi chilometri dalla città di Teófilo Otoni. Attualmente sono circa 30 le famiglie che vi abitano, per lo più in casette di mattoni cotti al sole e ricoperti di lastre di amianto e teloni plastici; qui hanno la possibilità di coltivarsi un appezzamento di terreno che riesce a garantire loro l’autosuficienza alimentare, che la vita in città non era in grado di offrire. La maggior parte degli abitanti dell’accampamento, infatti, é costituita da braccianti agricoli, che, dopo anni di lavoro nelle fattorie della regione, a causa della riduzione dei posti in questo settore, si ritrovarono disoccupati e costretti a trasferirsi in città ad ingrossare le fila dei senza lavoro. L’accampamento ha una lunga e travagliata storia, che ebbe inizio poco più di una quindicina di anni fa, quando un proprietario terriero, Josè lucio, ricco e senza scrupoli, con l’intenzione di procurarsi illegalmente una terra in una località particolarmente fertile e ambita, prese di mira la famiglia Fricht, proprietaria del terreno. Con inganni e azioni fraudolenti riuscì ad impadronirsi degli 81 ettari di terra, con un atto di compravendita solo apparentemente legale. I tre fratelli Fricht, Edmar, Silvio e Lauro, tentarono di opporsi, ma un sicario minorenne venne assoldato per pochi dollari e riuscì ad uccidere Edmar Fricht. Poco tempo dopo il fratello Lauro morì di crepacuore. Rimase in vita solo Silvio Fricht. Di fronte a tale assurdità, 70 famiglie di lavoratori rurali senza terra e disoccupati, che vivevano in condizioni di grandi difficoltà in città, offrirono il loro appoggio e la loro solidarietà all’unico fratello rimasto. Quest’ultimo solidarizzò a sua volta con le famiglie dei lavoratori senza terra che il 31 ottobre del 1999 occuparono la Fazenda ed iniziarono a seminare e coltivare. Questo atto di solidarietà verso Silvio Fricht ebbe anche il sostegno di diversi cittadini ed enti privati di Teoilo Otoni, che realizzarono varie campagne in difesa delle famiglie occupanti per permettere loro di continuare a produrre. Il fazendeiro Josè Lucio fu riconosciuto colpevole per la procura illecita di tutta la documentazione per l’acquisizione della fazenda e fu condannato a 17 anni di reclusione per l’assassinio di Edmar Fricht. Nel frattempo l’uomo é ricorso in appello e attualmente è ancora in libertà, ed in attesa di una sentenza definitiva. Sono stati presi contatti con l’istituto per la riforma agraria, un organo governativo che si occupa della questione della distribuzione delle terre, per avviare trattative che consentano alle famiglie di restare legalmente nella terra occupata. Uai Brasil è stata, sin dagli inizi della vicenda, solidale con le famiglie di questi semplici contadini e l’obiettivo è sempre stato quello di aiutare gli abitanti dell’accampamento. Grazie ai sostegni a distanza alle famiglie è stato possibile finanziare dei progetti voluti dagli accampati stessi. Si è proceduto alla canalizzazione dell’acqua di una fonte naturale, che ha permesso di far giungere l’acqua in tutte le semplici abitazioni e di rendere più facile l’irrigazione del terreno; è stato poi costruito e attrezzato il laboratorio per la produzione di farina di mandioca, coltivata dagli stessi contadini (si veda la sezione Progetti per maggiori dettagli).Lla Presidente di Uai Brasil di Teoilo Otoni, Tina, visita regolarmente l’accampamento per verificare che si proceda verso un miglioramento delle condizioni di vita, non solo materiali, ma anche umane e sociali. Molto c’è ancora da fare per rendere la sistemazione dignitosa, ma la solidarietà che portiamo loro è vitale e foriera di speranza.