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Storia di Casa Nazaré

 

Il progetto comunitario Casa Nazaré è situato nel nordest del Minas Gerais, nella città  di Teofilo Otoni, a 419 km Da Belo Horizonte, capitale dello Stato. La città  di Teofilo Otoni ha una popolazione di circa 160.000 abitanti, per la maggior parte poveri.

Il progetto fu creato nell'anno 1997, quando gli abitanti della comunità  Vila Esperança si riunirono per fare un tentativo di trovare una soluzione al problema dei bambini (contemporaneamente a quello dei genitori che dovevano lavorare e non avevano nessuno a cui lasciare i figli) che erano completamente senza occupazione e senza orientamento e gironzolavano per le strade del borgo e del centro della città . Dopo vari tentativi con gli organi governativi, senza nessun esito, gli abitanti, preoccupati per il futuro di questi bambini, invitarono una volontaria italiana (Anna Maria Poggio) a far parte dell'Associazione degli Abitanti. Lei accettò prontamente l'invito.

A partire da allora, vari progetti furono inviati per iniziativa della comunità  all'associazione UAI Brasil (Progetto per un orto comunitario, per una banda musicale, per la produzione di reddito per gli adulti...). Tra gli altri progetti, ci fu una risposta favorevole per quello che prevedeva di occuparsi dei bambini dai 7 ai 10 anni o che stessero frequentando dalla 1ª alla 4ª elementare.

Ancora nell'anno 1997, furono fatte varie riunioni per organizzare il lavoro coi bambini. La scelta del personale fu fatta dai membri della commissione dei rappresentanti delle vie del borgo. Furono fatte visite per decidere quali bambini accogliere. C'erano nel borgo più di 100 bimbi che avevano i requisiti per essere accettati nel progetto: essere bisognosi, star frequentando la scuola, essere abitanti del borgo. Dopo una valutazione psico-sociale, furono fatte le iscrizioni e i colloqui con i genitori perché, trattandosi di un progetto comunitario, si esigeva una contropartita da loro per quel che riguardava il seguire i bimbi in generale, il partecipare alle riunioni e il fare volontariato.

La priorità  data alla fascia di età  scelta si deve al fatto che la comunità  può già contare su alcuni asili che accolgono bambini da 0 a 6 anni e su un'organizzazione che accoglie adolescenti da 10 a 14 anni (Oficina Pedagogica / APJ) e la fascia da 7 a 10 anni è così scoperta, prestandosi a essere coinvolta in furti, violenza, droga... cose che fan parte della realtà  quotidiana delle nostre periferie.

A gennaio del 1998 fu concretizzato il progetto, ancora senza nome, soprannominato dai bambini "la scuolina di Anna Maria, questo perchè funzionava all'interno della casa della volontaria straniera. La casa aveva un terrazzo dove venivano svolte attività  diverse in gruppo. Un gruppetto di 15 alunni arrivava alle 7 del mattino, riceveva una piccola colazione (thè con biscotti), fino alle 9 venivano svolti i compiti scolastici, poi c'era una colazione rinforzata del tipo "zuppa di pasta con verdura e carne", dalle 9.30 alle 11 c'erano attività  di rinforzo scolastico, ricreative o piccoli lavori manuali, alle 11 tornavano a casa con l'impegno di andare poi a scuola. Un secondo gruppetto sempre di 15 alunni iniziava alle 13 e svolgeva le stesse attività  del gruppetto del mattino, con merenda alle 15 e ritorno a casa alle 17. Il numero ristretto di 30 alunni era causato dallo spazio fisico a disposizione.

Nel mese di gennaio del 1999 fu fatta una riunione con la comunità  per verificare il lavoro del progetto durante l'anno trascorso. Fu notato che il lavoro corrispondeva realmente alle aspettative della comunità  e i bambini e i genitori erano soddisfatti, ma c'erano molti bimbi che avevano bisogno di essere inseriti e così si decise di aumentare a 40 il numero dei bimbi seguiti.

A febbraio ricominciò il lavoro, questa volta con due gruppi di 20 alunni, seguendo lo stesso schema dell'anno prima. In una delle riunioni che venivano fatte tutte le seconde domeniche di ciascun mese, fu affrontata una questione abbastanza seria: alcuni bambini stavano partecipando al progetto, ma non frequentavano la scuola. Indagando sulle cause, constatammo che il motivo della mancanza di frequenza era dovuto al fatto che i genitori non erano in casa al momento del pranzo. Come soluzione del problema, fu deciso un sistema di estensione dell'orario per cui dopo le 11 i bambini che non avevano i genitori in casa all'ora di pranzo e quelli i cui genitori non avevano da mangiare in casa (perchè erano disoccupati) restavano a fare la doccia e a pranzare ed erano accompagnati a scuola. A partire da questa decisione, ogni giorno cresceva la richiesta di posti per inserire altri bambini nel progetto.

Nel mese di maggio del 1999, il progetto ricevette in donazione un terreno di 1200 metri quadrati e la costruzione di un edificio capace di accogliere 80 bambini. Nuove iscrizioni non smettevano di arrivare. Nel mese di febbraio del 2000, con l'edificio non ancora finito, iniziammo le attività  con quattro gruppi di 20 alunni, accogliendo così 80 bambini. Per una sempre maggiore diversificazione delle attività, furono introdotti un corso di musica e uno di capoeira, oltre a poter contare su una piccola piscina. La Segreteria per l'educazione dello Stato mandò tre persone (un'ausiliaria per la segreteria e due maestre). Anche la Segreteria Municipale per l'educazione inviò una tirocinante e un po' di materiale scolastico. Un'osservazione importante è che terminammo l'anno 2000 con il mantenimento di 96 bambini, la manutenzione della casa e i salari di dieci persone pagati unicamente con le donazioni ricevute.

Nel mese di febbraio del 2001, dato che il progetto era un'iniziativa comunitaria, la comunità  si mobilitò per garantire la continuità  del lavoro svolto. Tanto la comunità  cattolica quanto quella evangelica diedero il loro contributo. Potevamo contare su volontari di vari settori della società  come: impresari, studenti, medici, professori, pensionati e altri. Le iscrizioni per l'anno 2001 arrivarono a 120 e dovemmo purtroppo rifiutare quelli che arrivarono per ultimi, perchè pensammo che un numero più alto di bambini avrebbe compromesso la qualità  del lavoro..

 


Casa Nazarè situata nel quartiere di Vila Esperança, innaugurata nel 2000. Attualmente accoglie 80 bambini.

 

Dopo 11 anni di attività  di supporto, accompagnamento e presenza nella vita dei bambini ricevuti nella struttura, Uai Brasil si è accorta della necessità  di questo tipo di accoglienza in altre zone che avevano gli stessi problemi e le stesse caratteristiche sociali. La direzione ha organizzato nuovi incontri e riunioni con abitanti di altri quartieri per esporre la proposta, ma affinchè il progetto diventasse realtà , era necessaria una nuova struttura. Avendo questa nuova necessità , l'Associazione ha cercato di portare avanti il progetto con l'aiuto del comune, che ha subito ceduto uno spazio per lo svolgimento delle attività . Lo spazio non era molto adeguato, ma fu l'unica possibilità  di soluzione trovata per aiutare le famiglie che chiedevano il sostegno di Uai Brasil nella crescita dei loro figli, per evitare che finissero per trovare la loro strada nella criminalità .

 


Casa Nazaré  - Quartiere Taquara - Struttura attualmente utilizzata, fin quando non sarà  terminata la costruzione della nuova sede. Accoglie 20 bambini

 

Nasceva allora un altro punto di accoglienza in un altro quartiere chiamato Taquara che nel 2006 ha cominciato potendo accogliere 40 bambini. Uai Brasil utilizza ancora questo locale per cui, oltre ad essere in comodato d'uso, grazie al Comune, non paga nè la bolletta dell'acqua, nè quella della luce. Nel 2007, si è iniziata allo stesso modo e con la stessa organizzazione  l'attività  di accoglienza nel quartiere Sao Benedito. In questo caso lo spazio è stato ceduto da un ente privato. La situazione degli abitanti qui era ancora peggiore in termini di accesso/trasporti, violenza e criminalità . L'accoglienza era anche qui di 40 bambini che ricevevano alimentazione, supporto didattico, nozioni di igiene e altri tipi di sostegno. Purtroppo dopo 3 anni, a causa di difficoltà  economiche di Uai Brasil, l'accoglienza in questa seconda struttura ha dovuto essere interrotta. In questo periodo, l'Associazione ha iniziato la costruzione di una struttura maggiore, con ottima luminosità , più facilmente accessibile, e migliori locali, sistema di aerazione/ventilazione. Il tutto negli standard legali per un'accoglienza adeguata, una struttura ben posizionata e vicina ad una scuola elementare ed una suola materna statali.

 


Casa Nazaré del quartiere Sao Benedito. Accoglienza interrotta nel 2010

 

Il momento di crisi economica è stato molto difficile, siccome l'Associazione ha dovuto ridurre l'offerta da 80 bambini tra le due nuove strutture a 40 bambini in una sola, questo anche perchè si è dovuto ridurre il personale e di conseguenza le strutture e i bambini. Nella speranza che con una temporanea riduzione del personale e del numero di bambini sarebbe stato possibile accelerare i lavori per terminare la costruzione del nuovo centro, l'Associazione ha continuato le attività, ma nel 2010, purtroppo, ha dovuto interrompere anche i lavori, vista la mancanza di fondi.

 


Costruzione della nuova sede del progetto Casa Nazaré, "paralizzata" dal 2010.

 

Da allora, tutte le attività  si sono fatte più difficilmente realizzabili, perchè i fondi provenienti da donazioni internazionali si sono ridotti molto negli ultimi anni. L'Associazione ha cercato strategie e alternative per continuare a mantenere i progetti, una di queste è stata la ricerca fondi tramite progetti presentati per avere un appoggio come entrate in più per la manutenzione. Attualmente l'Associazione lavora su due sedi (quartieri di Vila Esperança e Taquara), il personale è composto da 13 dipendenti e in totale sono 100 i bambini seguiti. Ci sono stati cambiamenti anche sulle fasce d'età dell'utenza: si accolgono adesso bambini dai 6 ai 14 anni. Le attività  sono svolte con un orario complementare a quello scolastico e si offrono orientamento e sostegno didattico, lezioni di informatica, artigianato, taglio e cucito, svago e valori. Si beneficiano 69 famiglie.

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